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Se il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell'avere nuovi occhi, un occhio straniato potrà indovinare le molteplici realtà che si nascondono dietro gli oggetti più banali. Una gonna è il petalo di un tulipano, una lampada il suo pistillo, una montagna innevata è la vela di una barca, una cellula di sangue al microscopio è un ciondolo regale.

Agli occhi dell’artista, ogni immagine, ogni colore, è una tavolozza cui attingere.

Il collage è un Altrove: uno spazio immaginario e magmatico dove gli oggetti comuni, abbandonando il loro contesto originario, vivono altre vite. Il collage si genera dall'inconscio e vuol essere un tributo al Sogno.

We are such stuff as dreams are made on.

E cos'è la materia onirica se non il mistero di un collage di immagini che l'inconscio racconta, un quadro senza senso che tuttavia ha un senso? Cos'è il sogno notturno se non il recupero di esperienze vissute, di visioni introiettate, di ombre e colori che l'anima segretamente raccoglie e poi reinventa, ricicla, dando loro sensi altri?

L'inconscio è un bambino creativo: possiede il dono della metamorfosi, il coraggio di giocare, l'intuizione dei possibili ribaltamenti del reale, la capacità di affidare il preesistente alla fantasia e farne altro. L'inconscio lavora in un'oscura e inabissata bottega dove il materiale di ogni giorno si scompone e si ricompone ciclicamente, dove il ricordo diventa indicazione futura, e un'immagine vista infinite volte si fa improvvisamente nuova.

L'inconscio è una grande fabbrica di collage. E così il collage genera eterotopie, schiude paesaggi immaginari, si apre a universi inattesi. Gli orizzonti interiori sono infiniti, come infinite sono le possibilità di tutte quelle immagini che scorrono sotto i nostri occhi distratti e che un solo ritaglio, un rovesciamento arbitrario, un accostamento azzardato, bastano a far rinascere.

Manifesto del Collage Valvès

If the real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes, an estranged eye can guess the several realities which hide behind the most ordinary objects. A skirt is a tulip petal, a lamp its pistil, a snowy mountain is the sail of a boat, a blood cell under the microscope is a royal pendant. To the artist eyes every image, every colour, is a palette.
The collage is an Elsewhere: an imaginary and magmatic space where everyday objects, by leaving their original context, live other lives. The collage is generated by the unconscious and wants to be a tribute to the Dream.

We are such stuff as dreams are made on.

The material of dreams is nothing but the mystery of a collage of images which the unconscious generates, a painting without sense that however makes sense. Night dreams are nothing but the recovery of past experiences, introjected visions, shadows and colours that our soul secretly collects, reinvents, recycles, and eventually gives them other meanings.
The unconscious is a creative child: it has the gift of metamorphosis, the courage to play, the intuition of possible reversals
of reality, the capacity to give the pre-existing to the imagination and change it. The unconscious works in a dark and sunken workshop where everyday material cyclically decomposes and recomposes, where memory becomes a future indication, and an image which has been seen countless times suddenly becomes new.

The unconscious is a great factory of collages. Therefore the collage generates heterotopias, leads to imaginary landscapes and opens to unexpected universes. Inner horizons are endless, endless as the possibilities of the images passing before our distracted eyes, which can be revived by just one cutting, an arbitrary reversal, an audacious combination.

 

The Valvès Collage Manifesto

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